Uscire (e divertirsi) con brezze leggere? Si può!

Uscire (e divertirsi) con brezze leggere? Si può!

Si può uscire e divertirsi in condizioni di vento leggero con attrezzature da Wing Foiling? Certamente, a patto di disporre di un combo adeguato e, naturalmente, del necessario skill.

Premessa

Il Wing Foiling, come ampiamente previsto, si sta evolvendo, sia a livello di materiali che di sotto-discipline. Esse comprendono il Freeride, il Freestyle, il Race/Slalom ed il Wave. Il Freeride è la dimensione più rilassante del Wing Foiling, quella che ci consente di divertirci anche in condizioni marginali. Per condizioni marginali intendiamo, in accordo alla Scala Beaufort, venti di brezza, cioè che vanno dai 7 ai 10 Nodi, con media di 8/9. Stiamo parlando, in sostanza, delle ULW (acronimo di Ultra Light Wind) session.

Il combo

  • Il wing. Partiamo dal motore del combo, cioè il wing. Per quanto si possa aver raggiunto un buon livello di abilità nel pumping, sperare di divertirci in presenza di vento leggero con ali sotto i 5 m2 di superficie è una pia illusione. Qualcuno potrebbe obiettare, a questo punto, che un’ala da 5 m2 è già troppo piccola ma a tal proposito, oltre alla superficie dell’ala anteriore del foil (di cui stiamo per parlare), occorre tenere in considerazione due fattori: il primo, che riprenderemo proprio nel caso del foil, consiste nel fatto che la superficie di un wing non dice tutto sulla sua potenza. Esistono infatti wing da 5/5,2 m2 di superficie che riescono a generare la potenza di altri modelli di superficie maggiore. Pensiamo, ad esempio, all’Ensis Wing 5,2. Il secondo aspetto, non meno importante, consiste nel peso del rider. E’ evidente che un wingfoiler di peso leggero (pensiamo ad una ragazza o un bambino) guadagnerà un paio di Nodi nel low end, a parità di ala e foil, rispetto a rider pesanti.
Ensis 5.2
Ensis 5.2. Un’ala molto potente a dispetto della taglia
  • Il foil. Per quanto riguarda il foil, l’ideale sarebbe di poter contare su quelli con ala anteriore di superficie maggiore di 2000 cm2. Anche in questo caso però, va detto che il mero dato sulla superficie del foil, sebbene vagamente indicativo, va valutato rispetto ad altre sue caratteristiche come, ad esempio, lo spessore del profilo frontale dell’ala anteriore, il rapporto di aspetto ecc. Affronteremo comunque nel dettaglio questi topic in un articolo che pubblicheremo a breve.
Ensis 98
Virata con il SABFoil W1100
  • La tavola. Infine, il volume e lo shape della tavola che impiegheremo con le brezze leggere dovranno essere in grado di garantirci un buon galleggiamento e stabilità laterale, oltre che la necessaria accelerazione per salire rapidamente sul foil. Orientativamente, già tavole con volume di poco superiore al nostro peso in Kg, diciamo intorno ai 10 L in più, si prestano ad un uso orientato al freeride con vento leggero. Naturalmente, i più esperti possono tranquillamente impiegare tavole con volume pari o anche di alcuni litri inferiore al proprio peso.
Loose Patriot 4'9''@66L
Loose Patriot 4’9”@66L

Un paio di suggerimenti ed il video di una ULW session

Prima di lasciarvi al video, vi proponiamo due suggerimenti per godervi maggiormente le vostre ULW session.

  1. Evitare di pompare come forsennati senza percepire nell’ala un minimo di potenza. Guardate quindi sopravvento in attesa della raffica giusta e, come percepite pressione sufficiente nel wing, pompate energicamente con piccoli movimenti sincronizzando il pumping con il piegamento e distensione delle gambe. L’idea è quella di far impennare la tavola con il piede posteriore per poi dinamicamente schiacciarla con il piede anteriore durante il pumping dell’ala fino a quando non si guadagna la velocità sufficiente per effettuare il takeoff. Il secondo consiglio, lapalissiano ma utile, consiste nell’effettuare le transizioni solo con sufficiente abbrivio e pressione nell’ala.
  2. Il secondo consiglio, lapalissiano ma utile, consiste nell’effettuare le transizioni solo con sufficiente abbrivio e pressione nell’ala. Cadere spesso dal foil in condizioni di vento ultra leggero rende la session piuttosto faticosa e proprio per questo se ne perderebbe l’essenza. Le manovre all’orza, e quindi le virate, sono obiettivamente quelle che presentano il maggiore grado di criticità con vento debole e richiedono quindi una padronanza totale a livello di tecnica. A costo di ripeterci, per non rendere queste uscite sfiancanti, occorre rimanere sul foil il più a lungo possibile e quindi, se non ci si sente sicuri nelle virate, meglio evitarle.

Passiamo dalla teoria alla pratica. Le condizioni del video che vi proponiamo in basso sono state effettivamente marginali. La brezza di Ponente, infatti, non ha mai superato i 12 Nodi (come da rilevazione della centralina meteo locale), con una media di 8/9. Lo dimostra la presenza in acqua di un solo kite foiler, per giunta con attrezzature da vento leggerissimo. Il combo impiegato è stato il seguente:

Immagini, video © Wingsurfmag.it

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